Analisi e Report

Airbnb e la quotazione in borsa

IPO Airbnb, storia infinita

Negli ultimi tempi gli analisti finanziari hanno parlato molto spesso della IPO di Airbnb e quindi della sua quotazione in borsa.

Si tratta di un’azienda americana famosa in tutto il mondo per gli affitti a breve termine caratterizzata da una storia ed una IPO che però non sembrava mai giungere al termine. 

Tuttavia, dopo tanti rumors e una lunga storia, negli ultimi giorni finalmente Airbnb si è quotata in borsa attraverso un’IPO presso il New York Stock Exchange.

Ma ripercorriamo la storia di questa famosa azienda e di come da un gruppo di ragazzi sia diventata successivamente leader del settore del turismo e dei servizi.

Nascita e sviluppo di Airbnb 

La storia di Airbnb inizia nel 2007 da due studenti universitari, Joe Gabbia e Brian Chesky, entrambi studenti di design, entrambi non avevano un background tecnico alle spalle.

Successivamente, per poter implementare e far crescere la loro idea, al team si unì Nathan Blecharczyk, laureato in informatica.

I due ebbero una geniale trovata mentre vivevano a San Francisco dove gli affitti per le case erano molto elevati.

Infatti, i futuri founder di Airbnb avevano appena ricevuto una lettera dal proprietario di casa dove vivevano.

In questa lettera, chiedeva loro un aumento della rata del 25% a partire dal mese successivo.

Si trattava di una cifra altissima per i due studenti universitari, questo fu il primo passo Airbnb verso l’IPO e la quotazione sul NYSE.

Un bisogno da soddisfare

Per poter risolvere questo problema, i due decisero di mettere online un sito, airbedandbreakfast.com, dove poter noleggiare materassi nel loro salotto.

Alcuni avventori che dovevano alloggiare a San Francisco per alcuni giorni per partecipare ad una conferenza, decisoro di approfittarne.

La mission dei due soci fondatori fu quella di lanciare una piattaforma che desse la possibilità ai propri ospiti di godere di una vera e propria esperienza legata non solo al pernottamento.

Infatti l’obiettivo di Airbnb è quello di far sentire il viaggiatore in un posto meraviglioso, farlo vivere immerso nellla città, come se fosse un local insomma.

Le difficoltà di riperire le prime risorse finanziarie

Tuttavia, la crisi che nel 2008 stava investendo i mercati USA e poi il resto del mondo, fece sì che nessuno volesse investire nella startup dei due founder.

Figuriamoci se avessero parlato agli investitori della loro bramata quotazione in borsa, chi li avrebbe dato un centesimo? 

Per poter racimolare i primi fondi, i due founder trovarono una strada alternativa.

Infatti realizzarono e commercializzarono delle scatole di cereali in edizione limitata, create da loro stessi, al fine di ripagare i primi debiti.

I due ragazzi non si sarebbero mai aspettati che Airbnb un giorno avrebbe coronato il sogno della quotazione in borsa.

Lo studio dei consumatori e il posizionamento sul mercato

Successivamente, un consiglio determinante venne dispensato da Paul Graham, inventore di Y Combinator.

Paul esortò i due giovani ad identificare con attenzione il posizionamento di mercato della loro azienda.

Conoscendo i propri utenti iniziali, i due capirono come poter realizzare una piattaforma che potesse soddisfare le esigenze del mercato.

Di conseguenza iniziarono a curarre sempre di più gli aspetti di user experience:

  • Migliorarono gli elementi fotografici
  • Introdussero un sistema di gestione degli ospiti più fluido

Fu grazie a questi particolari che Airbnb poté iniziare a crescere, mentre la strada verso la IPO si faceva sempre più interessante.

Quali sono stati i punti di forza di Airbnb?

I punti di forza di una piattaforma come quella di Airbnb si trovano in quello che viene definito come network effect.

Infatti, gli ospiti che utilizzavano la piattaforma quando viaggiavano, una volta tornati a casa si registravano come host, iniziando ad ospitare a loro volta.

Non a caso, i fondatori attribuiscono il loro successo alle persone che sono parte della piattaforma e che di conseguenza contribuiscono alla sua crescita.

Attualmente Airbnb conta 260 milioni di ospiti che sono stati in 65.000 città, con quasi due milioni di appartamenti presenti sul sito. 

effetto network Airbnb

Le Fasi verso la IPO di Airbnb 

La decisione di quotarsi in Borsa da parte di Airbnb è arrivata in un momento molto complicato.

Infatti, durante lo scorso marzo in piena crisi pandemica, Airbnb stava perdendo molte delle sue prenotazioni.

Il crollo delle prenotazioni

Come riportava il “Wall Street Journal”, tra il 1 e il 7 marzo gli utenti cancellarono tutte le prenotazioni su Pechino e un po’ meno della metà di quelle effettuate a Roma e Seoul.

Dato che queste città erano state anch’esse colpite dalla pandemia del coronavirus, gli utenti iniziavano a preoccuparsi.

La storia di Airbnb verso la quotazione aveva preso una brutta direzione e l’ipo sembrava allontanarsi.

Tuttavia, questo avvenimento si stava ripercuotendo anche negli Stati Uniti, quando Airbnb aveva una valutazione di 30 miliardi di dollari circa. 

Successivamente, dopo un mese circa, il 7 aprile, lo stesso Wall Street Journal evidenzia come Airbnb stesse letteralmente “bruciando soldi” dovendo confrontarsi con l’insoddisfazione dei suoi host.

In seguito, nel secondo trimestre del 2020 i pernottamenti effettuati su Airbnb ammontavano a 28 milioni, un terzo circa rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente.

Gli impatti in conto economico

Contemporaneamente, le entrate sono diminuite del 72% e l’azienda ha dichiarato perdite complessive di 400 milioni di dollari e la sua valutazione continuava a diminuire, attestandosi a 18 miliardi di dollari.

Tutto ciò comprometteva la stessa sopravvivenza di Airbnb che stava navigando in acque molto ostili, una situazione critica che avrebbe provocato altrettante ripercussioni, compresi i licenziamenti.

Una quotazione poteva migliorare sicuramente questa situazione, fornire capitali fresche e risanare i conti.

Inizio della ripresa?

Successivamente, nel periodo tra maggio e giugno, si iniziarono ad intravedere dei piccoli segnali di ripresa e le prenotazioni sono tornate a livelli pre-pandemia.

Infatti i segnali positivi sono stati ulteriormente migliorati nel periodo fra luglio e settembre, con le entrate che sono diminuite solamente del 18% e gli utili pari a circa 200 milioni di dollari.

Airbnb si quota ma restano le incognite

Finalmente dopo un periodo di rinvii e con i conti migliorati, Airbnb ha deciso di quotarsi in Borsa il 10 dicembre del 2020.

Tale data verrà ricordata da tutti come un accadimento memorabile, il giorno della IPO.

Grazie al prezzo di vendita delle sue azioni, le quali fino a pochi anni fa erano stimate attorno ai 47 miliardi di dollari, l’azienda è arrivata ad una capitalizzazione di 100 miliardi di dollari.

Si tratta di una capitalizzazione pari a quella complessiva delle tre maggiori catene di hotel americane: Marriott, Hilton e Hyatt.

La quotazione di Airbnb ha talmente soddisfatto le aspettative che alcune aziende hanno ridefinito il piano della propria quotazione.

Ad esempio, l’azienda di videogiochi Roxbox, la cui IPO era attesa per dicembre, ha deciso di spostarla al 2021.

Airbnb infatti, avrebbe potuto incontrare delle difficoltà nel fissare un congruo prezzo per le sue azioni visto il successo di Airbnb.

Tuttavia, nonostante queste rosee aspettative e un iniziale ottimismo da parte degli investitori, vi sono ancora delle incognite sul futuro di Airbnb.

L’azienda dovrà decidere se focalizzarsi sugli affitti a medio termine come negli scorsi mesi oppure concentrarsi su una crescita differente.

Il prezzo di Airbnb in Borsa

Il prezzo di collocamento di Airbnb il giorno della quotazione in Borsa era pari a 68 dollari per azione.

Airbnb aveva deciso che questo doveva essere la valutazione il giorno della quotazione in borsa.

Cionostante il titolo è schizzato al prezzo massimo di 163,93 dollari per azione con una crescita di oltre il 140%. 

Ora il prezzo dell’azione si attesta a 139,35 dollari per azione (11/12/2020)

Il volume dei titoli Airbnb scambiati è stato pari a 26,27 milioni di dollari per una capitalizzazione complessiva di 83,19 miliardi di dollari.

Conclusioni

È possibile affermare che nonostante l’ottimismo dimostrato dagli analisti e dagli investitori nei confronti di Airbnb il giorno della quotazione, rimangono una serie di dubbi riguardo la valutazione esagerata del titolo.

La domanda che viene spontanea è:

Airbnb è una buona opportunità di investimento oppure si tratta dell’ennesima bolla che scoppierà sul mercato a distanza di mesi dall’IPO?

 

Altri articoli di Finanza Informale che potrebbero interessarti:

Altre fonti che potrebbero interessarti:

Approfondimento analisi fondamentale Airbnb (in Inglese)

http://aswathdamodaran.blogspot.com/2020/12/the-sharing-economy-come-home-ipo-of.html 

 

 

A cura di Finanza Informale

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *