Guide Pratiche

Come puoi investire nel p2p lending

L’esigenza di denaro, quindi il credito, nasce sin dai tempi in cui si passò dal baratto ad una forma evoluta di economia. La prima forma di banca nel senso moderno, nacque invece in tarda età, precisamente nel 1407 a Genova con il nome di “Banco di San Giorgio”. La banca appunto ricoprì il ruolo di finanziatore e offrì denaro ai prestatori che ne avevano bisogno per i propri progetti famigliari o imprenditoriali.

E se ti dicessi che oggi si può fare credito senza essere banca, ci crederesti?

Per poter erogare un prestito, un soggetto prestatore richiede una serie di informazioni al soggetto richiedente. Il soggetto richiedente infatti dovrà fornire documenti personali e reddituali al fine di offrire quanti più elementi al soggetto prestatore circa la sua bontà.

Ad oggi questo processo avviene attraverso banche dati, i cosiddetti credit bureau che offrono informazioni alle banche di natura creditizia. Se il primo check va a buon fine, la banca adotterà i propri modelli di calcolo del rischio e deciderà se e come offrire credito a seconda dei casi.

Visto che sia la parte di verifica dell’affidabilità che l’erogazione della somma presa a prestito avviene in modalità digitale, ecco che nasce il P2P lending ovvero quella forma di finanziamento tra privati che prescinde dall’esistenza di un intermediario finanziario (banca o finanziaria). Oggi, grazie alla tecnologia e al web, l’intera catena del credito è digitale:

  • i richiedenti possono accendere dei prestiti richiedendoli ad individui sconosciuti;
  • i prestatori invece possono finanziare uno o più richiedenti anonimi in base al rischio e alla loro affidabilità creditizia

La definizione base di Peer-to-Peer Lending (P2P Lending) è quella letterale: prestito tra individui (alla pari). Per cui senza la presenza di un intermediario finanziario classico, ad esempio la banca.

Come funziona?

In questo modello online, il soggetto richiedente si collega ad una piattaforma dove fornire le informazioni di cui detto in precedenza e descrivere il motivo del prestito. La piattaforma raccoglie la richiesta e dopo le opportune verifica piazza il prestito su un vero e proprio mercato libero dove chi è interessato (noi investitori) verserà delle somme per soddisfare la richiesta del richiedente. Ovviamente ciascuna operazione ha il suo rischio, per cui la piattaforma riconosce un tasso di interesse positivo al soggetto investitore (noi).

La piattaforma ha il compito di verificare e mettere in contatto la parte richiedente con la controparte che offre il denaro e di distribuire gli interessi.

In questo caso ovviamente è l’investitore stesso ad assumersi il rischio di un mancato rimborso del finanziamento per cui la piattaforma non ha particolari costi legati al risk management e non si assume il rischio in caso di inadempienza del debitore.

Molte piattaforme di P2P lending però costruiscono una serie di portafogli per poter diversificare questo rischio.

Ad esempio immaginiamo che vi siano 10 prestiti in corso la cui rischiosità parte da un livello 1-basso ad un livello 10-alto. La piattaforma in questo caso crea un pacchetto da 10 prestiti il cui rischio risultante è 5-medio e vende delle quote agli investitori. Il creditore in questo modo viene tutelato ma non gli è concesso sapere il dettaglio di rischio di ciascun prestito sottostante. In questo scenario è la piattaforma che mixa i prestiti e offre la possibilità di investire su portafoglio unico.

Quali sono i pro e i contro di investire nel p2p?

Un aspetto sicuramente positivo di investire in un portafoglio P2P è che il denaro dell’investitore verrà ripartito. Per cui nel caso in cui un singolo prestito non dovesse essere rimborsato in tutto o in parte, l’investitore non rischierà tutto il capitale.

Il secondo aspetto valido per la maggior parte delle piattaforme è che l’investimento sfrutta l’interesse composto. Per cui ciascun interesse che viene erogato a tuo favore, viene reinvestito immediatamente generando maggiori ritorni (interessi sugli interessi).

Un aspetto negativo invece per l’investitore è l’impossibilità di conoscere e decidere come investire i propri soldi. Spesso infatti queste piattaforme offrono un unico piano e non spiegano in dettaglio le modalità in cui i nostri soldi vengono vengono investiti.

Altra pecca è quella che la piattaforma non si assume alcun rischio di mancato rimborso dei prestiti, quindi è successo in passato che alcune piattaforme siano fallite.

Quali sono le piattaforme di P2P lending più affidabili?

La top 3 è tutta in Estonia, nazione che ha attirato molti investimenti di società Fintech. Mintos, Estateguru e Bondora sono tutte tre start-up nate in Estonia.


#1 Mintos

https://www.mintos.com/

Mintos gestisce circa 2600 milioni di euro per conto di 284.566 investitori da 66 paesi.

Promette un rendimento del 11.62 % annuo netto sull’investimento, a fronte del 95% di prestiti per cui in caso di default il rimborso del capitale è garantito. Non ci sono commissioni di apertura e non è previsto un capitale minimo o massimo investibile.


#2 Estateguru

https://estateguru.co/

Estateguru gestisce circa 225 milioni di euro per conto di 54.462 investitori da tutto il mondo.

Gli investimenti si concentrano principalmente su settore real estate quindi immobiliare. Nella sezione dedicata agli investitori è possibile visualizzare tutti i dettagli legati a ciascuna operazione che si vuole finanziare.


#3 Bondora

https://www.bondora.com/

130.082 investitori hanno investito più di 376 milioni di euro in Bondora, per un profitto totale di 46 milioni di euro.

Questo rendimento può variare leggermente nell’anno ma comunque è un buon indicatore. Sebbene la marginalità sia più bassa, Bondora può rappresentare una vera e propria rendita automatica. Infatti il prodotto Go&Grow permette questi profitti giornalieri che vengono reinvestiti secondo interesse composto. Go&Grow è il prodotto principale e non fa riferimento ad un operazione o investimento particolare.

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